L’autore Andrea Buda dell’A.M.B. di Siracusa, dopo il secondo contributo relativo alla Flora macromicetica degli Iblei, censita al 30/06/2006, ha proposto, con questo terzo contributo, l’aggiornamento delle specie fungine censite sino al 31/12/2015. Viene ribadito al contempo, la sintetica descrizione delle varie fasce vegetazionali del territorio Ibleo con i relativi aspetti micologici.
The author, after a first contribution about the mycological flora of Iblei mounts, that had been proposed until 30/06/2006, has given a classification of mycological species until 31/12/2015. It has been confirmed, meantime, the brief description of vegetional belt of Ibleo table-land, according to his mycological point of view.
Key Words: Leotiales, Pezizales, Xylariales, Agaricales, Auriculariales, Boletales, Cantharellales, Cortinariales, Dacrymycetales, Fistulinales, Ganodermatales, Gomphales, Hymenochetales, Hymenogastrales, Lycoperdales, Melanogastrales, Nidulariales, Phallales, Poriales, Russulales, Schizophyllales, Sclerodermatales, Stemonitales, Stereales, Thelephorales, Tremellales, Liceales, Physariales, Trichiales, Tulostomatales, Mucorales.
La caratteristica principale del territorio ibleo è quella di essere solcato da numerose cave più o meno profonde, alcune con corsi d’acqua perenni, altre a carattere torrentizio.
La vegetazione ripale delle cave maggiori (Anapo, Cava grande, Irminio ed altre meno imponenti), è caratterizzata dalla presenza di essenze arboree quali il Platano, il Salice, il Pioppo, il Tamerice, nonché da essenze arbustive quali Oleandro, Rovo comune ed altre essenze, sia arbustive sia rampicanti, che formano un intricato sottobosco.
In associazione a questa vegetazione si nota la presenza di specie fungine per lo più saprofite e parassite.
Fra i funghi saprofiti sono molto comuni la Mycena inclinata (Fr.) Quél., l’Agrocybe aegerita (Briganti) Fayod (volgarmente denominata piopparello) e il Pleurotus ostreatus (Jaquin: Fr.) Kumm., i quali saprofitano le parti apparentemente sane di Salice, Platano e Pioppo.
Sulle ceppaie si nota la presenza di Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilat e Hypholoma fasciculare (Hud. : Fr.) Kummer.
Sui rami e ramoscelli caduti al suolo si nota la presenza di Polyporus ciliatus Fr.: Fr. e Polyporus badius (S.F. Gray) Schweinitz, mentre sulle foglie ed altri cascami vegetali si notano il Marasmius rotula (Scop. : Fr.) Fr. ed il Marasmius epiphyllus (Pers.: Fr.) Fr..
Fra i funghi parassiti si nota la presenza di Armillaria mellea Vahl (volgarmente denominata “chiodino”), di Phellinus torulosus (Pers.) Bourd. & Galz. e di Inonotus tamaricis (Pat.) Maire, esclusivo del Tamerice.
Citando i funghi parassiti non si può non sottolineare il flagello della Valle dell’Anapo, il parassitismo operato da Ceratocystis fimbriata Ellis & Halst forma speciale platani (Walter) agente della malattia, nota con il termine scientifico di “Tracheomicosi“, che produce nel tronco un inscurimento radiale di forma fusoide dal colore variabile dal bruno all’azzurro scuro da cui deriva la denominazione di “Cancro colorato o cancro blu”.
In primavera fra l’erba è possibile notare alcune specie appartenenti alla classe degli Ascomiceti fra i quali la Morchella conica Pers. e la Morchella vulgaris (Pers.) Boud..
La fascia vegetazionale che si incontra salendo i declivi delle cave maggiori e, in linea di massima, nelle cave minori è rappresentata dalla “Macchia mediterranea” costituita prevalentemente da piante arbustive quali Alaterno, Fillirea, Terebindo, Lentisco, Euforbia, Timo, Rosmarino, Cisto ed altre.
Nella macchia si nota anche la presenza di essenze arboree quali il Leccio e le Roverella. Presso Cava Durbo-Fiumara è presente anche il Corbezzolo. Nella macchia, molto spesso fitta e quasi impenetrabile, si instaurano condizioni climatiche particolari che favoriscano anche produzioni fungine particolarmente tardive.
I funghi che vivono nella macchia sono in grado di formare delle micorrize con le varie essenze che le compongono. Fra i funghi micorrizici si riscontra la presenza del Boletus aereus Bull.:Fr. (volgarmente denominato “porcino nero”), dei Boletus luridus Schaeff.: Fr. e Boletus queletii Schulzer, delle Amanita ovoidea (Bull.: Fr.) Link, Amanita vaginata (Bull.: Fr.) Vitt., Amanita vittadini (Moretti) Vitt., del Cantharellus cibarius Fr. var. alborufescens Malenon, del Cortinarius caligatus Malencon, della Clitocybe costata Kühner & Romagnesi e del Tricholoma terreum (Schaeff.) Kumm.
Interessanti sono le simbiosi esclusive con il cisto di alcune specie tipiche dell’Italia insulare e del nord Africa, quali il Lactarius tesquorum Malençon, il Lactarius cistophilus Bon & Trimbach, l’Hebeloma cistophilum Maire ed il Leccinum corsicum (Roll.) Singer.
Fra i funghi saprofiti si nota la presenza dell’Agaricus porphyrizon Orton, dell’Omphalotus olearius (D.C. : Fr.) Fayod, della Coltricia perennis (Fr.) Murril e della Collybia fusipes (Bull. : Fr.) Quélét.
Fra i funghi parassiti si nota la presenza dell’Armillaria mellea Vahl e del Phellinus rosmarini Bernicchia il quale parassita il rosmarino e l’alaterno.
I funghi di macchia in genere sono più piccoli e crescono più interrati rispetto alle stesse specie che crescono nei boschi, essi inoltre presentano la cuticola del cappello spesso fessurata ed areolata. Queste caratteristiche sono del tutto normali se si considera che la macchia in queste zone è esposta all’azione del vento.
Gli incolti aridi e sassosi del tavolato ibleo sono occupati prevalentemente dalla “Gariga” e dalla “Steppa mediterranea”. L’aspetto vegetazionale di queste associazioni fitosociologiche è rappresentato dalla presenza di essenze tipiche del piano Mediterraneo quali lo Spinaporci, la Palma nana, il Timo nonché diverse specie appartenenti ai generi della famiglia delle Umbelliferae quali Ferula, Eringio, Eleoselino e Finocchio e alla famiglia delle Compositae quali Carlina, Carciofo e altre spinescenti.
In primavera fioriscono alcune Iridacee, diverse Orchidee, l’Asfodelo bianco e quello giallo.
Dal punto di vista micologico sono presenti diverse specie xerofile fra le quali spiccano per abbondanza i ricercati Pleurotus eryngii (D.C. : Fr.) Quél. e Pleurotus eryngii (D.C.: Fr.) Quél. var. ferulae Lanzi che saprofitano rispettivamente i resti radicali dell’eringio e della ferula.
Altre specie fungine, peraltro quasi tutte saprofite, che vivono in queste associazioni fitosociologiche sono l’Agaricus campestris L.: Fr. che sovente disegna i famosi cerchi delle streghe, l’Amanita vittadinii (Moretti) Vitt., la Bovista plumbea Pers.: Pers., la Volvaria gloiocephala (D.C.: Fr.) Boekhout &Endrle, il Coprinus comatus (Müller : Fr.) Pers., il Cuphophyllus pratensis (Pers.: Pers.) Bon, la Macrolepiota excoriata (Schaeff.: Fr.) Wasser, il Phallus impudicus L.: Pers., il Marasmius oreades (Bolton: Fr.) Fr., l’Hygrocybe conica (Scop.: Fr.) Kumm., l’Hygrocybe coccinea (Quél.) Kühner ed il Tricholoma goniospermum Bres. che, tipico del Carso triestino-sloveno, si pensava crescesse solo in quei luoghi.
Nelle zone dove pascola il bestiame si nota la presenza di funghi fimicoli quali il Coprinus niveus (Pers. : Fr.) Fr., la Stropharia semiglobata (Batsch: Fr.) Quél. e le specie allucinogene Panaeolus campanulatus (L.: Fr.) Quél., Panaeolus sphinctrinus (Fr.) Quél. e Psilocybe merdaria (Fr.) Ricken.
I boschi presenti sull’altopiano ibleo sono composti prevalentemente da leccio e da roverella, questi possono presentarsi sia singolarmente predominanti sia in associazione.
Il sottobosco è composto prevalentemente da Lentisco, Cisto, Edera, Stracciabraghe, Pungitopo, Rovo, Asparago e Ciclamino.
Le specie fungine reperibili sia nelle leccete sia nei boschi di roverella sono centinaia, esse rappresentano in linea di massima la tipica flora micologica presente in tutto il bacino del Mediterraneo e particolarmente nella zona Nord-Africana (Algeria, Tunisia, Marocco).
Fra i funghi saprofiti si nota la presenza di Agaricus arvensis Schaeff.: Fr., Agaricus sylvicola (Vitt.) Sacc. e Agaricus xanthodermus Genev., della Lepiota alba (Bres.) Sacc. e Lepiota clypeolaria (Bull.: Fr.) Kumm., della grande Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. (mazza di tamburo), dell’Omphalotus olearius (D.C.: Fr.) Fayod, del Micromphale foetidum (Sow.: Fr.) Sing., della Clitocybe geotropa (Bull.: Fr.) Quél., del Pleurotus ostreatus (Jaquin : Fr.) Kumm., dell’Hypholoma fasciculare (Hud.: Fr.) Kumm. della Collybia fusipes (Bull.: Fr.) Quél. del Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) S.F. Gray e del Coprinus disseminatus (Pers. : Fr.) S.F. Gray del Lycoperdon molle Pers.: Pers., della Stropharia coronilla (Bull. : Fr.) Quél. e del Clathrus ruber Micheli: Persoon.
Fra i funghi parassiti si nota la presenza dell’Armillaria mellea Vahl della Flammulina velutipes (Curt: Fr.) Karst., del Polyporus squamosus (Hudson) Fr., della Daedalea quercina Fr., del Phellinus torulosus (Pers.) Bourd. & Galz., del Ganoderma lispiense (Bat.) Atkin. e del Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) Karsten, della Fistulina hepatica Scha.: Fr. e della Daldinia concentrica (Bolt.: Fr.) Cesati & De Notaris.
Fra i funghi simbionti si nota la presenza dell’Amanita ovoidea (Bull: Fr.) Link e dell’Amanita proxima Dumée, dell’Amanita mairei Foley e dell’Amanita pantherina (D.C.: Fr.) Kromb., dei Boletus aereus Bull : Fr., Boletus luridus Schae.: Fr., Boletus queletii Schulzer e Boletus satanas Lenz, del Leccinum lepidum (Bouch. ex Essette) Quadraccia, del Cortinarius infractus (Pers. : Fr.) Fr. e Cortinarius trivialis Lange, delle Inocybe rimosa (Bull. : Fr.) Kumm. e Inocybe patouillardii Bres., dei Lactarius fuliginosus (Fr. : Fr.) Fr. e Lactarius atlanticus Bon var. strigipes Bon, delle Russula cyanoxantha (Schae.) Fr., Russula delica Fr., Russula luteotacta Rea e Russula maculata Quél., dei Tricholoma atrosquamosum (Chevallier) Sacc., Tricholoma scalpturatum (Fr.) Quél., Tricholoma squarrulosum Bres. e Tricholoma lascivum (Fr.) Quél.
Un cenno particolare meritano i funghi ipogei o Tartufi dei quali al momento si ha la certezza della presenza dei Tuber aestivum Vitt., Tuber rufum Pico, Tuber nitidum Vitt., Tuber excavatum Vitt,. Tuber brumale Vitt., Tuber panniferum Tul.& Tul., e Tuber melanosporum Vitt.,ma sono certo che è un campo che se approfondito darà molte interessanti sorprese.
I principali boschi di Leccio e Roverella del comprensorio ibleo sono quelli di Cardinale (leccio), Baulì (leccio e roverella), Mandradonna (leccio, roverella, roveti), Giarranauti (leccio), Cava Martorina (presenza di leccio fra la macchia). I boschi di Sughere si riscontrano su terreni siliceo-argillosi con calcarei.
La Sughera, più resistente del Leccio all’aridità, è una quercia che ben si adatta ai climi caldi e asciutti. Dal punto di vista micologico in pratica tutti o quasi tutti i funghi che si trovano sotto le sughere, possono trovarsi anche sotto altre querce purché situate su terreni non calcarei.
Le principali e più caratteristiche specie che si riscontrano sotto le sughere sono: la Lepiota xanthophylla Orton, la Macrolepiota phaeodisca Bellù, i Lactarius mairei Malencon e Lactarius quietus (Fr.: Fr.) Fr., le Russula heterophylla (Fr.: Fr.) Fr., Russula praetersiva Sarnari, Russula delica Fr., Russula seperina Dupain, Boletus aereus Bull.: Fr., Boletus fragrans Vitt., Boletus erythropus var.junquilleus (Quél.) Munoz, e Boletus permagnificus Pöder, gli Xerocomus chrysenteron (Bull.) Quélét Xerocomus ichnusanus e Xerocomus impolitus Quélét Alessio, Galli & Littini, il Gyroporus castaneus (Bull.: Fr.) Quél., i Cortinarius caligatus Malencon, Cortinarius cedretorum Maire e Cortinarius safranopes Henry, l’Entolama lividum (Bull.) Quél. e Entoloma nidorosum (Fr.) Quél., la Rodocybe gemina (Fr.) Küyper & Noordeloos e Rodocybe nitellina (Fr,) Sing..
I principali boschi di sughere del comprensorio ibleo sono quelli di Monte Pancali e Monte Gancio (sughereta), Pisano e Frassino (sughere e leccio). I boschi di conifere e le zone a rimboschimento curato dal corpo forestale della Regione Siciliana sono costituiti prevalentemente da Pino d’aleppo, Pino domestico, Pino marittimo, con sparute presenze di cedri. Le specie fungine che vivono nelle pinete hanno la caratteristica di avere un periodo vegetativo più lungo rispetto alle specie dei boschi di latifoglia, infatti possono trovarsi funghi anche a Dicembre inoltrato. Alcune delle specie che popolano le pinete del comprensorio ibleo sono rappresentate dagli Agaricus impudicus (Rea) Pilat, Agaricus langei (Möeller) Möeller e Agaricus sylvicola (Vitt.) Sacc., delle Clitocybe alexandri (Gillet) Gillet e Clitocybe gibba (Pers.: Fr.) Kumm., dall’Hydnum albidum Peck, dall’Hygrophorus latitabundus Britz., delle Inocybe tenebrosa Quél. e Inocybe flocculosa (Berk.) Sacc. dai Lactarius deliciosus (L.: Fr.) S.F. Gray e Lactarius vinosus Quél., dalla Lepista inversa (Scop.: Fr.) Pat., dalla Mycena pura (Pers.: Fr.) Kumm., dalla Mycena seynii Quélét parassitata da Spinellus fusiger Van Tieghem, dalla Russula torulasa Bres., dalla Sarcosphaera crassa (Santi) Pouz., dai Suillus bellini (Inzenga) Watling, Suillus collinitus (Fr,) Kuntze e Suillus luteus (L. : Fr.) S.F. Gray, dai Tricholoma fracticum (Britz.) Kreisel, Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken, Tricholoma equestre (L.: Fr.) Kumm. e Tricholoma terreum (Schaeff.) Kummer Il Gymnopilus spectabilis (Fr.: Fr.) Smith, il Paxillus panuoides (Fr.: Fr.) Fr. ed il Phaeolus schweinitzii (Fr.) Pat. saprofitano le ceppaie, la Mycena seynii Quél. saprofita degli strobi caduti e la Fuligo cinerea (Schwein.) Morgan e Fuligo septica (Fr.) Wiggers saprofitano gli aghi che cadono al suolo. L’Heterobasidion annosum (Fr.) Brefeld parassita gli alberi vivi.
I principali boschi di conifere del comprensorio ibleo sono quelli di S. Maria (con presenza anche di leccio, roverella e qualche esemplare di cerro), Monte Lauro, Giarranauti, Tre Cerze (zona a conifere), Noto antica, Calaforno e Chiaramonte.
Nel comprensorio ibleo sono presenti anche delle piccole zone coperte da castagno e da nocciolo, ma data la loro piccolissima estensione e la convivenza con essenze limitrofe di quercia e conifere non presentano una flora micologica particolare, salvo la presenza di un piccolo ascomicete, la Rustroemia echinophila (Bull. : Fr.) Von Hohnel che saprofita i ricci di castagno caduti al suolo e qualche altra specie.
Il versante orientale degli Iblei culmina in un vecchio vulcano spento denominato “Monte Lauro”, che con i suoi 986 metri rappresenta il punto più alto del comprensorio ibleo.
Il complesso vulcanico di Monte Lauro si estende in un vasto ed arcuato altopiano il cui suolo è ricoperto da massi che rappresentano i residui di preistoriche attività vulcaniche. I terreni di natura vulcanica e calcarea, sono caratterizzati da una vasta gariga e da estese zone prative composte in prevalenza da piante erbacee. Dal punto di vista micologico sono presenti specie che si riscontrano negli incolti aridi precedentemente descritti.
Il comprensorio ibleo è inoltre caratterizzato anche dalla massiccia presenza di alberi di Carrubo sui quali vive da parassita un fungo molto famoso e ricercato, il cosiddetto “fungo di carrubo” il cui termine scientifico è Laetiporus sulphureus (Bull.: Fr.) Murril.
La flora macromicetica individuata al 31-12-2015 ammonta a 747 entità ed è composta da:
Ascomiceti n. 114
Basidiomiceti n. 622
Zigomiceti n. 1
Mixomiceti n. 10
di queste le specie sono 674, le varietà 56 e le forme 17.
L’ordinamento sistematico è quello proposto in “Ainsworth & Bisby’s in Dictionary of the fungi“.
La nomenclatura adottata è quella seguita nelle monografie specifiche e nella guida “ Guide des Champignons de France et d’Europe” di Courtecuisse R. & B. Duhem
Schede di rilevamento, e diapositive sono depositate presso la sede dell’Associazione Micologica Bresadola Gruppo A. Buda di Siracusa, gli exiccata presso l’abitazione dell’autore.
Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa Angela Lantieri per avere collaborato alla stesura del seguente censimento fornendo dati scientifici, località di raccolta e riferimenti bibliografici dei macromiceti sabulicoli rinvenuti nel terriotio Ibleo. I dati forniti riguardano nr. 30 Ascomiceti e nr. 19 Basidiomiceti.
Desidero ringraziare, inoltre, la Sig.na Ester Di Giuseppe per la preziosa collaborazione nella computerizzazione dei dati e nella loro gestione.
In ricordo della mostra svolta in data 2016 a Buccheri
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